Quando alla celebrazione del matrimonio non è seguita l’unione fisica propria degli sposi, di per sé atta alla generazione dei figli, cui il matrimonio è ordinato per sua natura, si parla di matrimonio rato e non consumato.
Con il termine di matrimonio “rato” si intende infatti il matrimonio validamente celebrato tra due battezzati.
Il matrimonio è rato e “consumato” quando alla celebrazione è seguita quell’unione fisica propria degli sposi, di per sé atta alla generazione dei figli, cui il matrimonio è ordinato per sua natura.

Questo gesto costituisce infatti la conferma definitiva, anche mediante il linguaggio del corpo, di quella volontà di essere marito e moglie che si è espressa con le parole durante la celebrazione.
Il matrimonio è perciò “rato e non consumato” quando alla celebrazione non è seguita tale unione fisica: in tale caso, su richiesta delle parti, o almeno di una di esse, per un giusto motivo, il Papa può sciogliere tale matrimonio tramite dispensa. Per ottenere tale pronuncia è necessaria seguire una procedura specifica composta da una fase diocesana, nel corso della quale si raccoglieranno le prove a sostegno della richiesta, ed una successiva fase presso l’apposito ufficio costituito presso il Tribunale della Rota Romana. È bene precisare che non si tratta di un processo giudiziale a seguito del quale viene emessa una dispensa ma una procedura che, eventualmente, porta alla ricezione di una dispensa. Tale provvedimento non è pertanto passibile di riconoscimento presso i tribunali civili italiani.